A guardare le sue opere sembra quasi di poter sentire le melodie di questi musicisti ritratti nell'atto di suonare, come se la sua pittura parlasse a pieno anche con le note musicali. Antonio Arena ha una grande sensibilità pittorica che si fonde ad un'eleganza poeticamente street, come gli intramontabili miti che ritrae con l'amore vero di un amante della musica e utilizzando una tecnica pittorica che è in grado di raccontarla egregiamente.
Milena Martines (2020)
La pittura di Antonio Arena mantiene costanti certe caratteristiche del suo linguaggio artistico, come l'attenzione al taglio fotografico e l'elaborata trama pittorica, ottenuta dipingendo alternativamente con spatola e pennelli. Nelle sue opere figurative ci si può perdere nei dettagli che possono generare astrazioni pittoriche e viceversa, dai particolari astratti si giunge alla visione figurativa d'insieme, la distanza con cui si guardano i suoi dipinti è molto importante, può mettere in evidenza sia l'uno che l'altro aspetto dell'opera. La sua pittura è in continuo divenire, non ama ripetersi ma somma le esperienze acquisite per rinnovarsi. Esaurito l'interesse per una serie di lavori va in cerca di nuovi stimoli creativi.
Davide Federico (2011)
Antonio Arena entra a far parte della galleria Arte Club nel 2000, le sue opere indagano gli interni con la figura umana, i momenti di socialità e convivialità, si esprime con grande originalità e non disprezza l'utilizzo della tecnologia per dare forma alle proprie idee. Ha la grande forza di rappresentare emozioni e cioè quello che non si vede ma si sente e lo fa attraverso frammenti di immagini e dettagli ingranditi. Affermare che gran parte dell'arte contemporanea è ancora immersa in una condizione espressionista non è azzardato. I temi che tratta sono lontani dall'essere esauriti ma sono in continua evoluzione tecnica e formale.
Virgilio Anastasi (2008)
La creatività di Antonio Arena è in costante evoluzione, ma il punto focale della sua produzione attuale resta sempre la figura umana: analizzata, estremizzata, ridotta a poche tracce ma indissolubilmente presente. Forme evanescenti ed eteree si dissolvono progressivamente in diverse zone cromatiche producendo un'effimera percezione dell'essere umano.
Michela Veronica Giuffrida (2004)
E' una mostra di taglio storico, con la collaborazione del gruppo di collezionisti vicini alla manifestazione, con opere di astrattisti storici, del pop italiano, dell'arte povera, della transavanguardia e della nuova scuola romana. Infine si offre un'ampia panoramica dei giovani artisti che alcune fra le più importanti gallerie di tendenza italiane propongono oggi e che costituiscono, probabilmente, la parte più originale della mostra.
Dal catalogo "GiroTondo Maestri e Giovani Artisti" nel Collezionismo siciliano dagli anni '60 al 2000"
L'esplorazione di nuove forme di espressione è una costante per molti artisti. Antonio Arena ne ha fatto il suo motto, nelle sue opere si può notare un continuo mutamento di linguaggio dovuto a questo suo insaziabile desiderio di esplorare e di apprendere anche dai vari maestri di ogni epoca. Nella sua vasta produzione artistica vi è quella composta da innumerevoli opere originali come le sculture "Stelle", opere in gesso o terracotta patinata o nelle opere in vinile della serie "Magma Sonoro", che hanno forme plastiche, dense, che risalgono l'aria per esplorare in colori come grida di gioia. Il riferimento alla musica nelle sue opere è costante. Interessanti sono i quadri componibili, più tele accostate l'una all'altra che formano una superficie discontinua con un contorno non squadrato, ma prese singolarmente, hanno una loro individualità. Una spiccata sensibilità cromatica caratterizza le sue attuali opere pittoriche.
Alfio Milazzo (1995)
Quando un giovane come Antonio Arena dedica la propria vita all'arte, allora, quest'arte è per la vita. Questo concetto di sapore Marinettiano, si cuce perfettamente sulla pelle di questo giovane artista dalle molteplici esperienze pittoriche, sempre pronto a comunicare con qualsiasi mezzo espressivo, l'incanto del superamento del reale e il conseguente ingresso nei caldi meandri dell'io supremo, che trova sede sulle fondamenta dello spirito assoluto dell'arte, quell'arte totale fatta di spazio, movimento, colore, suoni, impressioni tattili ed olfattive. L'arte figurativa va profondamente conosciuta, questo A. Arena l'ha capito è lo dimostra nelle sue opere, quando non basta più bisogna andare oltre, superare le barriere del reale, aprire la porta della lucidità, della coscienza di essere umano che vive e vuole vivere per il suo tempo. Antonio Arena crede profondamente nella funzione sociale dell'arte, è contrario all'isolamento elitario, opera con umile profusione e certosina pazienza nel nostro contesto sociale che non lesina colpi a nessuno, ma che devia la mira davanti alla corazza adamantina di un'artista come lui.
Luigi Spoto (1993)
Gli artisti partecipanti alla manifestazione hanno dato vita ad una performance che è durata tutta la giornata rendendo più profondo il legame artistico tra il castello normanno come struttura contenitore, la musica e le opere realizzate in estemporanea. Gli artisti tra cui anche Antonio Arena hanno improvvisato, trovato forme e colori, con le note di un gruppo musicale, ciascuno in 12 metri di tela, determinando un connubio tra musica e pittura e favorendo gli animi in un tutt'uno, rendendo dal vivo il discorso concettuale dell'arte.
Antonina Tasso (1993)
Antonio Arena appena finita dall'Accademia di Belle Arti di Firenze realizza in occasione della collettiva "Natale in Sicilia", una composizione astratta (omaggio a Wassily Kandinsky) sul quale ha incentrato la sua tesi di laurea. Quì sprigiona una originale capacità pittorica espressa con macchie di rosso giallo e azzurro su fondo nero.
G. Finocchiaro D'Inessa (1992)
Le opere di Antonio Arena realizzate presso lo studio "Le Nid" di Paternò (CT) sono state esposte in varie mostre in Italia e anche a Tokyo e Toronto, sono opere realizzate in ceramica su pietra lavica, da sempre gli artisti locali si identificano con tale prodotto della natura frutto del grande vulcano Etna, instaurando con quest'ultimo un legame di amore e timore. Il giovane artista assorbita la tradizione della ceramica siciliana, propone con estrema libertà creativa, nuove esperienze visive utilizzando forme e colori che vanno oltre la tradizione esplorando nuovi orizzonti visivi.
Benedetta Spadolini (1992)
E' difficile andare oltre la forma mentis che è portata a capire figure ben definite o apprezzare variazioni più o meno vicine alle cose reali, ma è una difficoltà da superare perché l'arte è cultura è progresso è innovazione è continua ricerca dell'inesplorato. Antonio Arena è un giovane di 24 anni pieno di entusiasmo e crede in ciò che fa, non dipinge per passare il tempo, ne per trovare facili consensi, segue la voce che gli detta dentro e lui per primo ne è soddisfatto. Ora si presenta a noi, con la sua personale di pittura per farsi conoscere e possibilmente apprezzare.
Antonino Distefano (1991)
Vittorio Fiorenza “La Sicilia”, 2002.
Salvo Sidoti “La Sicilia”, 1998.
Alfio Milazzo “Icaro” (giornale a diffusione locale), 1995.
Rosario Cunsolo “Arti e Mestieri”, 1994.
Letizia Salvestrini “La Nazione”, 1994.
Gaspare Mannoia “Vivere” (supplemento a La Sicilia), 1993.
Francesco Vossilla “Dossier rivista D’A”, 1993.
Maria Ferretti “D’A”, (rivista d’arti applicate a diffusione Nazionale), 1993.
Giuseppe Virgillito “La Gazzetta dell’Etna”, 1992.
Vincenzo Cantarella “Biancavilla Notizie”, (Organo Ufficiale del Comune), 1992.
G. D’Inessa “D’A”, (rivista d’arti applicate a diffusione Nazionale), 1992.
Angelino Cunsolo “La Sicilia”, 1991.
Sandro Kero “La Nazione”, 1988.
Hanno scritto di lui: Bruno Gambone, Benedetta Spadolini, Pasquale Almirante, Antonino Distefano, Luigi Spoto, Nina Tasso, Diana Salvetti, Veronica Giuffrida, Virgilio Anastasi.